Nel 1806 un italiano, Filippo Bozzini, ideò il primo strumento endoscopico: un cistoscopio. Purtroppo senza un supporto luminoso non fu di applicazione clinica.
Nel 1879, Max Nitze realizzò il primo moderno cistoscopio e dimostrò che era possibile eseguire interventi chirurgici con questo strumento.
Nel 1910 Jacobaeus adattò il cistoscopio per l’esplorazione della cavità pleurica e peritoneale.
Nel 1912 a Berlino Severin Nordentoft presentò un lavoro al 41° Congresso della Società Tedesca di Chirurgia, nel quale suggeriva l’utilizzo di un endoscopio simile al toracoscopio di Jacobaeus per poter diagnosticare una lesione meniscale. Battezzò tale tecnica: Artroscopia!
Nel 1918 Takagi dell’Università di Tokyo fu il primo ad introdurre un cistoscopio in un ginocchio di cadavere. Continuò a sviluppare il suo artroscopio finchè i suoi studi non furono distrutti durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1921, in Svizzera, Eugen Bircher, utilizzò un laparoscopio di Jacobaeus modificato per esplorare 18 ginocchia utilizzando per la distensione articolare ossigeno o idrogeno e pubblicò il primo lavoro sull’artroscopia.
Nel 1925 Kneuscher pubblicò il primo articolo sull’artroscopia (diagnosi e trattamento artroscopico delle lesioni meniscali) negli Stati Uniti.
Nel 1930, Burman pubblicò dell’Hospital for Joint Disease (New York) eseguì numerosi studi su cadavere, esplorando molte articolazioni; pubblicò le sue scoperte nel 1931 ma non suscitarono l’interesse sperato per la diffusione della tecnica.
Nel 1931, Takagi costruì il suo primo vero artroscopio, il n°1, ottenendo un diametro di 3,5 mm.
Nel 1938, il Tedesco Vaubel pubblicò la prima monografia esistente in letteratura sull’artroscopia.
Nel 1947, l’Italiano Filippo Vecchione, eseguì 10 artroscopie seguendo tecnica e strumentario di Vaubel e pubblicando i suoi risultati sull’Archivio di Ortopedia. Egli riteneva l’artroscopia un mezzo di studio e diagnostico ma non sostitutivo delle tradizionali tecniche artrotomiche.
Nel 1950, A, Santacroce e G. Banfo, allievi di Casuccio, idearono il primo strumentario originale italiano che fu oggetto di presentazione al 35° Congresso SIOT.
Dopo la seconda guerra mondiale, Watanabe, allievo di Takagi, continuò gli studi del Maestro nello sviluppo dell’artroscopio.
Nel 1957 pubblicò “Atlas of Arthroscopy” e nel 1958 realizzò il Watanabe#21, il primo artroscopio che ebbe successo, segnando l’era della moderna artroscopia.
Nel 1964, Robert Jackson, dopo una fellowship a Tokyo per approfondire questa tecnica, tornò al Toronto General Hospital nel 1965 con un artrocopio Watanabe#21 ed iniziò a praticare l’artroscopia nel Nord America e pubblicò il primo testo in inglese sull’argomento nel 1976.
Nonostante lo scetticismo diffuso nei confronti di questa tecnica, molti colleghi si recarono a Toronto per apprendere l’artroscopia, tra cui John Joyce, S. Ward Casscells, primo editore del Journal of artroscopy and related surgery e John McGinty, primo presidente AANA.
Nel 1970 nacque l’artroscopio Selfoc di 1,7mm di diametro apicale.
Vennerp presto introdotte telecamere collegate direttamente all’artroscopio che trasmettevano le immagini su monitor in bianco e nero.
Dal 1970 al 1978 l’artroscopia si diffuse negli USA, in Canada, in Francia, in Inghilterra.. ecc.
Nel 1974 fu fondata a Philadelfia la Società Internazionale di Artroscopia (IAA) con presidente Watanabe e vicepresidente Jackson.
In Italia nell’ottobre 1980 viene fondato a Bologna il Gruppo Italiano di Artroscopia da M.Magi, L.Frizziero, P. Mariani, P. Montemagni.
Nel 1982 nasce la Società di Artroscopia del Nord America (AANA).
Nel 1983 fu pubblicato il primo manuale italiano di artroscopia diagnostica di F. Pellacci.
Nel 1996 il Gruppo Italiano di Artroscopia si trasforma nella Società Italiana di Artroscopia (SIA).
Nel 2004 viene fondata a Firenze la Societa Italiana di Chirurgia del Ginocchio, Artroscopia, Traumatologia dello Sport, Cartilagine e Tecnologia Ortopediche (SIGASCOT), ispirata da società maggiori quali la Società Europea di Traumatologia dello Sport, Chirurgia del ginocchio e Artroscopia (ESSKA) e la Società Internazionale di Artroscopia del Ginocchio e di Medicina dello Sport in Ortopedia (ISAKOS) con l’intento di diffondere e accrescere le conoscenze ortopediche sul territorio nazionale.
- Peltier LF. Orthopedics. A History and Iconography. San Francisco: Norman Publishing, 1993.
- Watanabe M. Memories of the early days of arthroscopy. Arthroscopy 1986; 2:209-214.
- Kreuscher PH. Semilunar cartilage disease: A plea for the early recognition by means of the arthroscope and the early treatment of this condition. Illinois Medical Journal 1931; 47:290-292.
- Burman MS. Arthroscopy or the direct visualization of joints: An experimental cadaver study. J Bone Joint Surg 1931;13:669-695.
- Watanabe M, Takeda S, Ikeuchi H. Atlas of Arthroscopy. Tokyo: Igaku-Shoin Ltd., 1957.
- Jackson RW, Dandy DJ. Arthroscopy of the Knee. New York: Grune & Stratton, 1976.
- Pellacci F, A De Carli. La Storia dell’artroscopia. Artroscopia Base e Avanzata, 2013