“CUFFIA DEI ROTATORI” E SINDROME DA USURA FUNZIONALE DELLA SPALLA NELLO SPORT
Dr. Gaetano Maci
La sindrome da usura funzionale nello sport è il risultato di disadattamenti strutturali e/o funzionali agli sforzi ripetuti di una o più attività.
La LESIONE da usura funzionale è un problema clinico frutto di più problemi che si sovrappongono in determinate situazioni sportive (es. lanciatori, nuotatori, sollevatori di pesi, ecc.):
- Patologia/insufficienza dei muscoli che stabilizzano la scapola
- Retrazione/lassità glenomerale (strutturale)
- Distrazione da usura della cuffia dei rotatori, tendinite, tendinosi, lacerazione degenerativa, insufficienza
- Distrazione da usura del capo lungo del bicipite, tendinite, tendinosi, lacerazione degenerativa, insufficienza
- Malattia articolare degenerativa acromionclaveare
- Conflitto primario (acromiale, acromionclaveare, coracoclaveare, coracoideo)
- Conflitto secondario (anteriore, posteriore e laterale; secondario alla retrazione/lassità glenomerale e/o ad insufficienza della cuffia dei rotatori)
- Malattia articolare degenerativa glenomerale/”artropatia della cuffia”.
La cuffia dei rotatori comprende 4 muscoli (sottoscapolare, sovraspinato, sottoscpinato e piccolo rotondo) ed i loro tendini. Agiscono come una coppia di forze con i muscoli più grandi che si inseriscono distalmente sull’omero (deltoide, gran pettorale e gran dorsale) e mantengono l’asse del movimento della spalla centrato a livello della glenomerale.
Sovraspinato e sottospinato sono particolarmente soggetti a distrazione da usura, tendinite e dolore muscolare con le attività ripetitive e prolungate svolte al di sopra della spalla.
Tali alterazioni degenerative del tendine possono diventare irreversibili e portare a lacerazioni.
Inoltre la cuffia è soggetta a lesioni da abrasione con problemi di conflitto primario (acromiale, acromioclaveare, coracoclaveare, coracoideo) o secondario (anteriore, posteriore e laterale secondario a lassità/retrazione glenomerale e insufficienza della cuffia). Nel tempo un conflitto porta ad una tendinosi e lacerazione degenerativa.
CLASSIFICAZIONE | Secondo la classificazione della sindrome da conflitto sottoacromiale studiata da Neer e rivista da Gartsman, distinguiamo 3 fasi anatomo-cliniche progressive:
– Stadio 1 Caratterizzato da edema ed emorragia. È reversibile e guarisce con terapia medica e fisica. – Stadio 2 Caratterizzato da Fibrosi ed inspessimento della borsa e Tendinite della cuffia o Senza rotture parziali della cuffia o Con rotture parziali della cuffia In caso di fallimento della terapia conservativa, è indicata la bursectomia con resezione del legamento coraco-acromiale in Artroscopia. – Stadio 3 Caratterizzato da rottura a tutto spessore della cuffia dei rotatori con eventuale lesione del capo lungo del bicipite ed osteofiti sottoacromiali. Il trattamento prevede la riparazione della lesione della cuffia con suture termino-terminali e la sua re inserzione all’osso con ancorette in titanio, l’acromionplastica ed eventualmente il trattamento del capo lungo del bicipite (tenotomia o tenotomia-tenodesi).
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SINTOMI
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Clinicamente il paziente lamenta:
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VALUTAZIONE MEDICA
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Durante la prima visita il medico parlerà con il paziente cercando di ricostruire l’accaduto e la storia clinica.
Durante l’esame obiettivo (esame fisico completo delle spalle), verranno controllate tutte le strutture della spalla con test specifici per i tendini sintomatici. Altri test che possono aiutare il medico a confermare il sospetto clinico sono le indagini strumentali:
(In alternativa l’esame TAC o artro-TAC).
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TRATTAMENTO
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Come già anticipato, il trattamento di una lesione della cuffia dei rotatori varia a seconda delle esigenze del paziente, dell’età e delle condizioni cliniche generali del paziente.
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RIABILITAZIONE
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In caso di riparazione Artroscopica della cuffia, associata o meno ad Acromionplastica, il paziente dovrà indossare un tutore in abduzione per 3/4 settimane per favorire i tempi biologici di cicatrizzazione del tendine all’osso. Potrà rimuovere il tutore da subito per lavarsi ed eseguire esercizi (pendolari e protocollo Lionese) che verranno spiegati al momento della dimissione. Verranno associati esercizi a seconda dell’intervento subito ed alla qualità dei tessuti.
Dopo circa 2 settimane inizierà un percorso di riabilitazione specifica. La non guarigione del tendine con eventuale rirottura parziale è di circa il 30% (può arrivare al 90%) ma il livello di soddisfazione del paziente è del 97% con netta riduzione o scomparsa del dolore.
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