Chirurgia Artroscopica e Protesica Mini Invasiva a cura del Dr. Gaetano Maci
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L’intervento “salva spalla”: Transfer del Gran Dorsale

TRANSFER ARTROSCOPICO DEL GRAN DORSALE PER LESIONI GRAVI DELLA CUFFIA DEI ROTATORI

Dr. Gaetano Maci – UO Ortopedia III Villa Regina Bologna

        

Fino a pochi anni fa in un quadro di rottura massiva irreparabile della “cuffia dei rotatori” era inevitabile dover procedere con un intervento di protesi a geometria inversa per recuperare l’articolarità sfruttando l’azione del muscolo deltoide.

Il transfer Gran Dorsale (Latissimus dorsi) è un intervento chirurgico indicato in soggetti attivi con una lesione irreparabile dei tendini posterosuperiori (sovraspinato e infraspinato) della cuffia o con un quadro di atrofia o degenerazione adiposa muscolare che renderebbe inutile la riparazione.

Tale quadro patologico oltre a causare dolori, penalizza la mobilità del paziente, trovandosi questo impossibilitato a effettuare i movimenti di rotazione esterna ed abduzione.  

Il tendine del Gran Dorsale, prelevato dalla sua inserzione omerale e reinserito artroscopicamente sul trochite omerale, va quindi ad abbassare e restituire rotazione esterna ed abduzione.

Per l’esecuzione di questo intervento è necessario che sia inserito o riparabile artroscopicamente il tendine sottoscapolare e che la cartilagine glene-omerale sia conservata.

 

ANATOMIA

Che cos’è? Il gran dorsale è il muscolo più esteso del corpo umano. Parte dall’ascella posteriore alla linea mediana della schiena per concludersi toccando la porzione posteriore della cresta iliaca sulla pelvi. Le sue ampie dimensioni permettono di suddividere il muscolo in quattro diverse parti: vertebrale, iliaca, costale e scapolare.

Funzioni Il gran dorsale, in virtù della sua localizzazione anatomica tra i muscoli della schiena, possiede diverse funzioni sia a livello dell’omero, sia a livello del tronco che a livello della scapola. Con una forma triangolare permette i movimenti di adduzione e rotazione interna del braccio, facendo muovere la spalla inferiormente e posteriormente. Quando viene trasferito diventa un elevatore della spalla ed extrarotatore.

 

A CHI E’ INDICATO?

I pazienti che possono sottoporsi all’intervento “Transfer del Gran Dorsale” devono avere un’età compresa tra i 50 ed i 70 anni o essere attivi sul piano fisico, lavorativo o sportivo, e con il tendine del sottoscapolare integro o riparabile. Inoltre non devono avere segni di artrosi della spalla.

 

INTERVENTO CHIRURGICO

L’intervento si svolge in anestesia generale associata ad un blocco interscalenico per il controllo del dolore. Il paziente viene posizionato in decubito laterale.  La prima parte dell’intervento viene eseguita in artroscopia, così da poter effettuare il trattamento dell’articolazione acromion-claveare, il release capsulare e la preparazione dell’area, nella quale verrà inserito il transfer e l’eventuale riparazione del tendine sottoscapolare.

Nella seconda parte dell’intervento si effettua il prelievo del tendine del gran dorsale, attraverso  l’incisione chirurgica nella regione ascellare.  Il tendine viene staccato dalla sua inserzione sull’omero e portato all’interno della spalla, qui  viene fissato artroscopicamente con delle ancore.

  

 

RIABILITAZIONE

Lo sviluppo di un  preciso programma di riabilitazione è fondamentale per la riuscita ottimale dell’intervento chirurgico. A seguire un esempio di protocollo di riabilitazione, che se seguito permette il recupero della mobilità al 100% con una buona forza nei movimenti.

Nel primo periodo (0-21 giorni) l’arto è immobilizzato con un tutore in abduzione. Il paziente può effettuare solo movimenti passivi della spalla operata.

Successivamente si inizia con gli esercizi di recupero.

> 22º giorno postoperatorio: vengono eseguiti esercizi per il recupero del movimento attivo della spalla ed inizia un rinforzo isometrico.

>  60º giorno postoperatorio. si iniziano gli esercizi di rinforzo eccentrico muscolare ed esercizi propriocettivi.

> 90º giorno postoperatorio: rafforzamento dei muscoli del cingolo scapolare puntando sul recupero della resistenza prima della potenza e del controllo neuromuscolare della spalla.